The RAEE Issue, ovvero quando i rifiuti diventano emozioni

La città di Leonia rifà sé stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione […] estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio.

Italo Calvino, Città invisibili (1972)

Ogni giorno affidiamo lo smaltimento ad aziende che operano nell’ombra efficienti e silenziose. Ci liberiamo dai rifiuti come se volessimo non fossero mai esistiti. Le case e le strade tornano pulite, e così pure le nostre coscienze. Forse un caso di rimosso collettivo?

Nella nostra società la pulizia sembra il valore da perseguire; i rifiuti un’ombra da eliminare. Ma forse proprio i rifiuti hanno qualcosa da dirci.

Su una pila di rifiuti elettronici, cavi e memorie esterne, giace un fumetto. Si tratta di "The RAEE Issue" di Comics&Science

Comics&Science x Unità Ambiente e Gestione Rifiuti del CNR

Il nuovo The RAEE Issue nasce come reazione. L’Unità Ambiente e Gestione Rifiuti del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha coinvolto Comics&Science per unire scienza e intrattenimento aumentando «la consapevolezza su argomenti come economia circolare, sostenibilità ambientale, eticità (etica dei processi produttivi, di estrazione delle materie prime e del loro recupero)», come scrive nell’editoriale della Issue Silvana Pirelli, responsabile dell’Unità del CNR.

Ne è nato un fumetto in pieno stile Comics&Science, dove alle tavole sceneggiate da Diego Cajelli e disegnate da Andrea Scoppetta sono affiancati articoli scientifici di Silvana Pirelli e Marco Conti, assegnista presso l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA), e strisce di Davide La Rosa e Walter Leoni.

Ecco il dietro le quinte della issue.

La visita al centro di smaltimento RAEE

Lo sceneggiatore Diego Cajelli e il fumettista Andrea Scoppetta hanno visitato il centro di smaltimento RAEE di Cavenago per capire i processi che coinvolgono le apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Ecco, in esclusiva, qualche ripresa della visita.

I rifiuti AEE contengono materiali preziosi come oro, argento e platino, di cui è importante massimizzare il riciclo, ma spesso anche sostanze pericolose come piombo, mercurio e cadmio. «Il corretto trattamento e riciclo è essenziale per evitare impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana», come scrive Marco Conti.

Ad oggi, il tasso di raccolta medio dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche in Italia si aggira intorno al 34% (rispetto all’obiettivo europeo del 65%). Ma il tasso di riciclo è pari al 90% del loro peso: un’ottima premessa per la creazione di un’economia circolare.

Dai bracci meccanici alla fantascienza degli anni Settanta

I macchinari del centro di smaltimento di Cavenago hanno ispirato il mood del fumetto di Diego Cajelli e Andrea Scoppetta. «Abbiamo pensato subito alla fantascienza degli anni Settanta, quella di Métal Hurlant», ha affermato Scoppetta in un’intervista. «Insomma a quel modo di fare la fantascienza anche senza mezzi: con quello che l’architettura ci dà senza doverci mettere dentro cose estremamente complesse. Quindi tutte le catene di montaggio che ci sono nel fumetto, tutti gli elementi che abbiamo utilizzato sono bracci meccanici del centro RAEE che abbiamo visitato.»

Ma non solo. Ci sono tante altre citazioni da cogliere per i più appassionati. Eccone qualcuna:

«Abbiamo fuso le strutture sono là dentro con Brazil, con tutta la cinematografia degli anni 70/80 e ci siamo divertiti. Ma poi anche con le reference più assurde. Siamo passati da Barbarella a THX alle maschere antigas della Prima Guerra Mondiale. Ad esempio, le macchine della polizia sono le macchine degli anni Trenta.»

Di che genere sono i RAEE?

I RAEE raccontano la storia di una società consumistica ma anche del suo impegno a un trattamento sempre più virtuoso. Come due facce della stessa moneta, THE RAEE Issue trova una metafora narrativa che riassume tutto in modo coeso e originale. Che, come ha osservato Mattia Chiappani, Managing Editor di Orgoglio Nerd, «è difficile inquadrare in una categoria della distopia o dell’utopia».

Ecco il confronto con Diego Cajelli che è seguito a questa considerazione:

Diego: – Volevamo mescolare un po’ le carte. Di solito la narrazione è sempre molto standardizzata. Sempre collocata all’interno di scatole precise, con una serie di etichette secondo cui poi noi spettatori andiamo a scegliere cosa vedere. A noi piaceva l’idea di incasinare un po’ le cose per andare a fare un lavoro simbolico sul concetto di rifiuto però estremamente narrativo per quanto riguarda il contesto ambientale e ciò che accade. Per questo siamo risaliti all’elemento forse più narrativo che c’è: una storia d’amore.

Mattia: – E questo si riflette anche in quelli che ho inquadrato più o meno subito come punti di riferimento. Ad esempio la Repubblica di Platone e, dall’altra parte, la distopia per eccellenza, quella orwellana. Poi non so se ce ne sono altre che mi sono sfuggite un po’ più nascoste.

Diego: – Io e Andrea abbiamo fatto dei giochi. Giochi sul cinema distopico anni Settanta, giochi sul brutalismo sovietico. Abbiamo inserito dentro tante cose che ci piacevano alla fine. Perché poi cioè quando vai a raccontare una storia secondo me il lettore si accorge quando gli autori si divertono mentre la fanno.

Vuoi ascoltare l’intervista completa? Guarda il video.