Il Comics&Science PALACE passa alla storia con l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Un po’ troppo clickbait come titolo, forse? Ma è presto spiegato: se conosci Comics&Science sai che di solito ci occupiamo di scienze dure: ospitare l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria al Comics&Science PALACE è una prima volta di cui siamo davvero contenti.
L’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria arricchisce il programma del Comics&Science PALACE 2024 con tre conferenze da giovedì 31 ottobre a sabato 2 novembre. Dalle 17:00 alle 17:30, così è facile da ricordare.
Ma prima, cos’è l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria? È un istituto riconosciuto dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Università e della Ricerca e sovvenzionato dalla Regione Toscana e dalla Fondazione CR Firenze. Dal 1954 riunisce soprintendenze, università, musei e studiosi di tutta Italia che si occupano di Archeologia Preistorica. L’obiettivo è quello di approfondire, tutelare, valorizzare e condividere la conoscenza del passato più remoto dell’umanità. Ah, e spesso ne trovi il nome abbreviato con l’agile acronimo IIPP.
E quindi, i loro incontri al Comics&Science PALACE?
Preparati a sfatare falsi miti, a parlare di arte paleolitica e… di bastoni.
Età della pietra… ma anche del legno. Gli straordinari bastoni dei Neanderthal di Poggetti Vecchi
Quando si pensa alla Preistoria, soprattutto alle sue fasi più antiche, si pensa sempre alla cosiddetta “età della pietra”. Sicuramente i reperti che più frequentemente si trovano in uno scavo preistorico, in particolare nel Paleolitico, sono proprio i manufatti in pietra. Ma si è calcolato che circa il 90% delle materie prime usate dalle popolazioni tradizionali di cacciatori-raccoglitori è di origine vegetale. Anche nella più antica Preistoria, quindi, possiamo immaginare un uso così diffuso di materia prima vegetale nelle attività quotidiane e per la produzione di oggetti e strumenti. Il legno, ad esempio, è una materia prima accessibile e versatile, che certamente ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità, ma essendo altamente deperibile è molto difficile trovarne traccia in scavi preistorici… ma non impossibile!
Silvia Florindi parlerà dei manufatti lignei ritrovati a Poggetti Vecchi (Grosseto): la testimonianza più antica in Italia dell’uso del legno da parte di un gruppo di neandertaliani per realizzare oggetti di uso quotidiano, ma anche del fuoco come strumento di lavorazione di questi incredibili manufatti.
Silvia Florindi
Dal 2013, Silvia Florindi lavora presso l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e dal 2022 lo coordina. Dal 2016 collabora ai progetti IIPP PLUS_P (Plant Use in the Palaeolithic) e NEWA_P (Neanderthal Wooden Artifacts in the Palaeolithic). I suoi interessi di ricerca sono legati allo studio dell’uso di vegetali selvatici nel Paleolitico, all’archeologia sperimentale, alle tecnologie per i Beni Culturali.
L’evento “Età della pietra… ma anche del legno. Gli straordinari bastoni dei Neanderthal di Poggetti Vecchi (Grosseto)” con Silvia Florindi si terrà giovedì 31 ottobre alle 17:00.
Palaeolithic cARToons: storie per immagini dal Paleolitico
Quanto e come gli esseri umani del Paleolitico hanno interagito con l’ambiente che li circondava? Come lo hanno interpretato? In che misura ne sono stati influenzati e lo hanno trasformato?
Dovendoci rapportare con un periodo della storia dell’Umanità per il quale non abbiamo fonti scritte, le testimonianze di arte lasciate dalle popolazioni vissute tra circa 45.000 e 10.000 anni fa sono uno strumento eccezionale per conoscere quelle culture così lontane nel tempo, ma che rappresentano le nostre radici più profonde. Quelle immagini dipinte e incise nelle grotte, sotto riparo o su rocce in suggestivi paesaggi naturali, o su blocchi di roccia e frammenti d’osso si rivelano essere dunque dei frammenti di storie, di narrazioni preziosi per conoscere più a fondo i nostri antenati del Paleolitico.
Dario Sigari
Dal 2008 si dedica allo studio delle più antiche forme d’arte dell’Umanità. Prima di approdare al MUSE di Trento, dove attualmente lavora, ha lavorato presso diversi centri di ricerca nazionali e internazionali. Tra rocce e grotte incise e dipinte ha focalizzato le sue ricerche sull’arte paleolitica, soprattutto tra Italia e Azerbaijan, per comprendere come, quanto e quando popoli e culture si sono diffusi e mescolati tra 45.000 e 10.000 anni fa attorno al bacino del Mediterraneo, e quanto i cambiamenti climatico-ambientali hanno influenzato le culture umane.
L’evento “Palaeolithic cARToons: storie per immagini dal Paleolitico” con Dario Sigari si terrà venerdì 1 novembre alle 17:00.
La farina degli antenati. Nel Paleolitico le più antiche macine per i vegetali selvatici
Il talk si focalizzerà sulle recenti scoperte archeologiche che dimostrano come i gruppi di cacciatori e raccoglitori del Paleolitico facessero già uso della farina, contrariamente a quanto si riteneva in passato, quando si pensava che questo alimento avesse avuto origine a seguito della nascita dell’agricoltura nel Neolitico.
Per anni, l’idea predominante è stata che solo in epoche relativamente recenti si consumassero “panificati”. La macinazione di vegetali spontanei, come ad esempio l’avena selvatica e i rizomi di tifa, porta alla produzione di una sorta di farina che richiede cottura per essere consumata e digerita. Le evidenze dell’utilizzo della farina sono fornite dal ritrovamento negli scavi di macine e pestelli nonché dallo studio approfondito dei contesti archeologici e dalle analisi di laboratorio degli strumenti di pietra che rivelano segni di utilizzo e resti microscopici di vegetali. Si può pensare che l’introduzione di questo alimento già nella dieta paleolitica possa aver poi stimolato la coltivazione dei cereali nel Neolitico.
Daniela Puzio
È un’archeologa specializzata in archeologia preistorica (Università di Firenze e di Pisa). Ha collaborato con l’Università degli Studi di Firenze in diversi progetti riguardanti il restauro e lo studio della ceramica cipriota e micenea, la didattica nella scuola primaria, l’arte rupestre preistorica in Etiopia, e partecipando agli scavi di alcuni siti paleolitici in Toscana.
Lavora all’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria curando biblioteca, editoria e collaborando a progetti di ricerca come quelli sull’uso delle piante nel Paleolitico (progetto PLUS_P) e sui manufatti di legno neandertaliani di Poggetti Vecchi (progetto NEWA_P).
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